martedì 15 marzo 2011

NO AL NUCLEARE IN ITALIA


AL REFERENDUM SU NUCLEARE E ACQUA POTABILE BISOGNA VOTARE SI, ECCO PERCHE':





Vediamo tutti l’immane tragedia che accade in questi giorni in Giappone, e sappiamo tutti quanto la popolazione di quel paese stia pagando per il semplice fatto di vivere in una terra particolarmente sismica, ma l’evento giapponese apre di nuovo il dibattito sulla sicurezza del nucleare, un dibattito che non è mai stato chiuso e che merita particolare attenzione.
Qui non si parla di strumentalizzare quello che sta accadendo a Fukushima ma si parla di imparare, di prendere spunto, di riflettere e di capire quello succede dall’altra parte del mondo.
Io non so quello che è meglio e probabilmente non lo sa nessuno: dei cervelloni come Margherita Hack ad esempio sono pro nucleare mentre altri geni come il Nobel Carlo Rubbia sono del tutto contrari, quindi noi poveri mortali non possiamo certo dire “mah io ho letto un libro che...” visto che se trasversalmente i più grandi cervelli del mondo si dividono non ci sono storie, la cosa è complessa.
A mio parere la si deve guardare sotto un punto di vista costi-benefici-rischi-impegno che in una parola si dice ragionevolezza.
Noi abbiamo detto “no” alle centrali anni fa, e forse quello era il momento per dire si, non lo so ma forse lo era, ma abbiamo detto no ed abbiamo perso il treno; nel mentre abbiamo sviluppato altre strategie, modi di vivere e sistemi di produzione energetica sempre più efficienti e quindi siamo andati molto oltre il giorno in cui abbiamo detto no.
Se pensiamo di iniziare l’iter nucleare adesso, usare un combustibile finito (l’uranio), essere pronti tra 20anni e poi dove stoccare le scorie radioattive di un materiale che comunque è destinato ad esaurirsi mi spiace, ma qualcosa non funziona.
Non ci dobbiamo dimenticare che l’uranio terminerà come non ci dobbiamo dimenticare le scorie le dovremo stoccare: e dove? Qualcuno di voi, uno di quelli che sono d’accordo con la fissione dell’atomo, le vorrebbero dietro casa? Lo dico davvero, senza ironia: sareste contenti di avere un sito nucleare vicino o le scorie stoccate nella vostra zona?
Non credo, così come non credo lo sareste avendo vicino una centrale idroelettrica a combustibile fossile, giusto, allora come facciamo?
L’unica soluzione è quella spiegata nel film “Una scomoda verità” ovvero la sinergia: imparando a consumare meno, ad investire nelle rinnovabili e trovando nuovi modi per incamerare energia ce la potremmo fare, ma lo sforzo è molto maggiore che fare le centrali nucleari.
Quindi non è vero che non possiamo fare a meno del nucleare, ma è vero che non possiamo cambiare, o meglio non riusciamo a cambiare.
Eolico, eolico of shore e fotovoltaico, da soli non riescono a fare nulla, ma tutti insieme ed aggiunti al fatto che ognuno di noi (grazie agli incentivi che il Governo ci leva) può produrre energia, aprono nuovi scenari entro i quali si intravde la possibilità di farcela anche senza atomo.
Se ognuno di noi fosse produttore oltre che consumatore, saremmo tutti più liberi e saremmo tutti più sani, anche se il governo, le lobby ed i grandi gruppi di capitali, con le loro pubblicità mendaci come quella del “Forum nucleare, non ce lo diranno mai.
A proposito, qualche curiosità:
  • Le scorie a vita media rimangono radioattive da 200 a 300 anni, le scorie a vita lunga anche miliardi di anni e non esiste ancora un sistema per la gestione in sicurezza delle scorie nel lungo periodo
  • Entro il 2020 le fonti rinnovabili, insieme a misure di efficienza energetica, sono in grado di produrre quasi 150 miliardi di kilowattora, circa tre volte l’obiettivo di Enel sul nucleare
  • La Francia, leader del nucleare che ci vende la tecnologia per le centrali, ha consumi pro-capite di petrolio superiori a quelli italiani
  • L’Uranio è una risorsa molto limitata destinata a esaurirsi in poche decine di anni
(Fonte)
Se a tutto questo andiamo ad aggiungere il fatto che i paesi europei vogliono dismettere le loro centrali, o che comunque nei piani di molti ci sono le rinnovabili e non l’atomo (la Germania dismetterà le centrali entro il 2023… quando noi, forse, faremo partire le nostre) si presume di avere abbastanza informazioni per capire che la direzione da prendere -e che ha preso l’Europa- non è quella della fissione ma quella dell’energia PULITA.
Tecnologia avanzata non vuol dire produrre scorie ma produrre energia.
Come si diceva in un famoso film che tutti ricorderete “SI…PUO’…FARE!”.
Basta solo esserne consapevoli.
 
 
 
 
SI’ per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni,
dei diritti, della democrazia
Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall’acqua.
Lo hanno fatto attraverso una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsorizzazioni politiche e grandi finanziatori, nel quasi totale silenzio dei principali mass-media.
Grazie a queste donne e questi uomini, nella prossima primavera l’intero popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato e dei grandi capitali finanziari, anche stranieri.
Noi che ci siamo impegnati nelle mobilitazioni del popolo dell’acqua, nelle battaglie per la riappropriazione sociale dei beni comuni e per la difesa dei diritti pensiamo che i referendum siano un’espressione sostanziale della democrazia attraverso la quale i cittadini esercitano la sovranità popolare su scelte essenziali della politica che riguardano l’esistenza collettiva.
Per consentire la massima partecipazione, chiediamo che il voto referendario sia accorpato alle prossime elezioni amministrative e che prima della celebrazione dei referendum si imponga la moratoria ai processi di privatizzazione.
Crediamo anche che il ricorso all’energia nucleare sia una una scelta sbagliata perché è una fonte rischiosa, costosa, non sicura e nei fatti alternativa al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Siamo convinti che una vittoria dei SI ai referendum della prossima primavera possa costituire una prima e fondamentale tappa, non solo per riconsegnare il bene comune acqua alla gestione partecipativa delle comunità locali, bensì per invertire la rotta e sconfiggere le politiche liberiste e le privatizzazioni dei beni comuni che negli ultimi trent’anni hanno prodotto solo l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori e arricchito pochi gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando la drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia nella quale siamo tuttora immersi.
Cambiare si può e possiamo farlo tutte e tutti assieme.
Per questo chiamiamo tutte le donne e gli uomini di questo Paese a una grande manifestazione nazionale del popolo dell’acqua e dei movimenti per i beni comuni da tenersi a Roma sabato 26 marzo 2011.
Una manifestazione aperta, allegra e plurale.
Per lanciare la vittoria dei SI ai referendum per l’acqua bene comune.
E per dire che un’altra Italia è possibile. Qui ed ora.
Perché solo la partecipazione è libertà.
 
Perché si scrive acqua e si legge democrazia.
PROMUOVONO:
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Comitato Referendario “2 SI’ per l’Acqua Bene Comune”
Agenzia Italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile ed Etica
Anomalia Sapienza
Fondazione Rosa Luxemburg

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