lunedì 30 maggio 2011

Cos'è l'amore secondo i bambini:


1. L'amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l'altro le dia a te.(Gianluca, 6 anni)

2. Quando nonna aveva l'artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l'artrite pure lui. Questo è l'amore. (Rebecca, 8 anni)

3. L'amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

4. L'amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

5. L'amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

6. L'amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)

7. L'amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)

8. L'amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

9. L'amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l'ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

10. Non bisogna mai dire "Ti amo" se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)


sabato 28 maggio 2011

Oh Lonesome Me (M. Ward)

Everybody's going out, having fun
I'm a fool for staying home, having none
I can't get over how I got set free
Oh, lonesome me

Must be some way I can lose these lonesome blues
Forget about my past and find someone new
I've thought of everything from A to Z
Oh, lonesome me, oh, lonesome me

Oh, and I bet she's not like me
She's out and fancy free
Dancing with the boys with all her charms

Oh, but I still love her so
Oh, and brother, don't you know
That I would welcome her
Right back here in these arms

Bad mistake I'm making by just hanging around
I know that I should have some fun and paint the town
A lovesick fool is blind and just can't see
Oh, lonesome me, oh, lonesome me



mercoledì 25 maggio 2011

Dicono di me (Cesare Cremonini)

Dicono di me, che sono un bastardo, bugiardo e lo fanno senza un perchè...
Dicono di me, che sono una strega drogata e truccata e piena di sè...
E dicono di me, che sono una stupida frase da dire davanti a un caffè... 


E invece no, nessuno sa..Che avrei soltanto l'amore per lei..
Per lei che ha il nome di un fiore, per lei.. Per lei.


Dicono di me, che sono una stupida frase da dire davanti a un caffè...
Dicono di me, che sono un serpente con ali da diavolo e un cuore da re...
Ecco perchè, nessuno sa.. Nessuno sa.... 


Che avrei soltanto l'amore per lei.. 
Per lei che ha il nome di un fiore per lei...
Per lei che è l'unica al mondo, per lei...
Ed ogni raggio di luna è per lei... 




martedì 24 maggio 2011

Gabriele D'Annunzio (Eco e Narciso di John William Waterhouse)

Quando parliamo insieme, talvolta io sento che


la sua voce è l'eco dell'anima mia.



Pensieri e Parole (Lucio Battisti)

Che ne sai di un bambino che rubava
e soltanto nel buio giocava
e del sole che trafigge i solai, che ne sai
e di un mondo tutto chiuso in una via
e di un cinema di periferia
che ne sai della nostra ferrovia, che ne sai.
Conosci me la mia lealtà
tu sai che oggi morirei per onestà.
Conosci me il nome mio
tu sola sai se è vero o no che credo in Dio.
Che ne sai tu di un campo di grano
poesia di un amore profano
la paura d'esser preso per mano, che ne sai
l'amore mio
(che ne sai di un ragazzo perbene)
è roccia ormai
(che mostrava tutte quante le sue pene:)
e sfida il tempo e sfida il vento e tu lo sai
(la mia sincerità per rubare la sua verginità,)
sì tu lo sai
(che ne sai.)
Davanti a me c'è un'altra vita
la nostra è già finita
e nuove notti e nuovi giorni
cara vai o torni con me.
Davanti a te ci sono io
(dammi forza mio Dio)
o un altro uomo
(chiedo adesso perdono)
e nuove notti e nuovi giorni
cara non odiarmi se puoi.
Conosci me
(che ne sai di un viaggio in Inghilterra)
quel che darei
(che ne sai di un amore israelita)
perché negli altri ritrovassi gli occhi miei
(di due occhi sbarrati che mi han detto bugiardo è finita.)
Che ne sai di un ragazzo che ti amava
che parlava e niente sapeva
eppur quel che diceva chissà perché chissà
si tu lo sai
adesso è verità.
Davanti a me c'è un'altra vita
la nostra è già finita
e nuove notti e nuovi giorni
cara vai o torni con me.
Davanti a te ci sono io
dammi forza mio Dio
o un altro uomo
chiedo adesso perdono
e nuove notti e nuovi giorni
cara non odiarmi se puoi.

lunedì 23 maggio 2011

Il Piccolo Principe..

"Un giorno ho visto il sole tramontare 


quarantatré volte!" "Sai... quando si è 


molto tristi si amano i tramonti."



La fiera dei sogni (Cesare Cremonini)

Stanotte, che notte, non ho dormito niente. Le botte, si le botte, quelle si ne ho prese in testa, ma niente, non è servito a niente, mi han fatto solo tornare in mente la gente, quella gente che non sa che una bambina ha preso tutti i miei sogni, e che sogni.. Eran quelli che mi fanno andare avanti. Ma più avanti non si va..
E andrò alla fiera dei sogni stanotte, andrò alla fiera dei sogni che costa poco e c'è un sogno che si chiama libertà...



domenica 22 maggio 2011

Crostata con curd di fragole ^__^

Oggi, dopo un pò di tempo passato a sgobbare sui libri, mi sono cimentata in una delle mie ricette ^__^
Una mia amica ieri mi ha portato le fragole direttamente dal suo orto (che gentileeeeeee) quindi non ho saputo resistere! Magari non è proprio bellissima da vedere ^___^' ma conta il gusto no?... vero? .. ehm ^__^'

venerdì 20 maggio 2011

Così parlò Zarathustra (Friedrich Nietzsche)

I DISCORSI DI ZARATHUSTRA

DELLE TRE METAMORFOSI

"Io vi annuncio tre metamorfosi dello spirito: come lo spirito diviene cammello, e da cammello leone, e da leone bambino.
Molte cose sono gravose per lo spirito; per lo spirito forte, paziente e rispettoso per natura: il suo vigore ha desiderio di difficoltà e di cose estremamente pesanti.
Che cosa è pesante? chiede lo spirito paziente, mentre si inginocchia al pari di un cammello e desidera essere ben caricato.
Qual è la cosa più pesante, o voi eroi? chiede lo spirito paziente; che io la prenda su di me rallegrandomi del mio vigore.
Non è forse ciò un umiliarsi per far male al proprio orgoglio? Lasciar risplendere la propria stoltezza, per beffarsi della propria sapienza?
O è questo: abbandonare la propria causa, quando questa sta per trionfare? Sugli alti monti salire, e tentare il tentatore?
O è questo: nutrirsi di ghiande e d'erba della scienza e per amore dl verità soffrire la fame dell’anima?
O è questo: essere annullati e mandare via i consolatori e stringere amicizia con i sordi, che giammai possono udire ciò che tu vuoi?
O è questo ancora: scendere nell'acqua putrida quando è l'acqua della verità, e non allontanare da sé né i freddi ranocchi ne i rospi impetuosi?
O è questo: amare coloro che ci disprezzano, e tendere la mano al fantasma, quando ci vuoi far paura?
Tutte queste cose pesanti lo spirito paziente vuol sopportare: poi come il cammello che carico va a passo veloce lungo il deserto, anche egli s’incamminana verso il suo deserto.
Ma nel deserto solitario avviene la seconda metamorfosi: lo spirito diviene leone, vuole catturare la propria libertà ed essere padrone del suo deserto.
Va così in cerca del suo ultimo signore: vuole divenirne il nemico come del suo ultimo dio, e ottenere vittoria lottando con il grande drago.
Che cosa è il grande drago, che lo spirito non vuoi più chiamare suo signore e Dio? 'Tu devi' si chiama fl drago. Ma lo spirito del leone dice: 'Io voglio'.
'Tu devi' gli sbarra la via; sfavillando d'oro l'animale coperto di scaglie cornee e su ognuna delle quail riluce in oro: 'Tu devi!'
Millenari valori splendono su quelle scaglie; e così parla il più possente del draghi: 'Ogni valore delle cose riluce sul mio corpo'.
'Ogni valore è già stato creato e ogni valore creato sono io stesso. In realtà, non deve più alcun io voglio esistere!' Così parla il drago.
Fratelli miei, perché c'è bisogno del leone in ispirito? Non è forse sufficiente il paziente animale che rinuncia ed obbedisce?
Crear nuovi valori, questo non lo può fare neanche il leone: ma conquistarsi la libertà per nuove opere, questo egli può fare.
Conquistarsi la libertà significa dire un sacro no di fronte all'obbligazione: ecco, miei fratelli, per che cosa necessario il leone.
La facoltà dl affermare valori nuovi: questo è ciò che appare un orribile sopruso agli spiriti pazienti e sottomessi. In realtà, sembra loro una rapina e azione da animale rapace.
Una volta egli amava il 'tu devi' come la più sacra delle cose: ora gli è necessarto trovare la follia e l'arbitrio anche nella cosa più sacra, onde sottrarsi al proprio amore e conquistare la sua libertà: il leone occorre per attuare questa rapina.
Ma ditemi, fratelli miei, che potrà dunque fare il fanciullo, che già il leone non fece? Perché dunque il leone predatore dovrà ancora ritornare fanciullo?
Il fanciullo è innocenza e dimenticanza, ritorno al principio, gioco, ruota che da sé gira, movimento iniziale, sacra affermazione.
Sì, per il gioco della creazione, o fratelli miei, un sacro dir di sì alle cose: ecco, lo spirito vuole la propria volontà, chi ha perduto l'universo vuole conquistare il suo universo.
Di tre metamorfosi dello spirito io v'ho parlato: come lo spirito divenne cammello, e il cammello si fece leone e il lèone, infine, fanciullo."
Così parlò Zarathustra. Allora egli viveva nella città che è chiamata: La vacca variopinta.



mercoledì 18 maggio 2011

La Cura (Franco Battiato)

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te

Quanto ti ho Amato (Roberto Benigni)

                                          
Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto "bene, certo sai"
ti parlo però senza fiato
mi perdo nel tuo sguardo colossale,
la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
non parlo e se non parlo poi sto male

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te 



Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.

Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto dove il vento va
le nuvole fanno un ricamo
mi piove sulla testa un temporale
il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
per questo io non parlo e poi sto male

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto ma un giorno capirai
nell'amor le parole non contano conta la musica





lunedì 16 maggio 2011

Lo straniero (Charles Baudelaire)

- Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
- Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.

- I tuoi amici?
- Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.

- La patria?
- Non so sotto quale latitudine si trovi.

- La bellezza?
- L'amerei volentieri, ma dea e immortale.

- L'oro?
- Lo odio come voi odiate Dio.

- Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
- Amo le nuvole... Le nuvole che passano... laggiù... Le meravigliose nuvole!




giovedì 12 maggio 2011

Il Piccolo Principe.

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo
.



martedì 10 maggio 2011

Buonanotte Fiorellino "Francesco De Gregori"

Buonanotte, buonanotte amore mio,
buonanotte tra il telefono e il cielo.
Ti ringrazio per avermi stupito,
per avermi giurato che è vero.
Il granturco nei campi è maturo
ed ho tanto bisogno di te,
la coperta è gelata, l'estate è finita.
Buonanotte questa notte è per te.
Buonanotte, buonanotte fiorellino,
buonanotte tra le stelle e la stanza,
per sognarti, devo averti vicino,
e vicino non è ancora abbastanza.
Ora un raggio di sole si è fermato
proprio sopra il mio biglietto scaduto.
Tra i tuoi fiocchi di neve, le tue foglie di tè.
Buonanotte, questa notte è per te.
Buonanotte, buonanotte monetina,
buonanotte tra il mare e la pioggia,
la tristezza passerà domattina
e l'anello resterà sulla spiaggia,
gli uccellini nel vento non si fanno mai male,
hanno ali più grandi di me
e dall'alba al tramonto sono soli nel sole.
Buonanotte questa notte è per te.


lunedì 9 maggio 2011

Tratto da "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" Giacomo Leopardi

..E quando miro in cielo arder le stelle;
dico fra me pensando:
a che tante facelle?
che fa l'aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?..




venerdì 6 maggio 2011

Posso scrivere i versi più tristi stanotte "Pablo Neruda"

Posso scrivere i versi più tristi stanotte. 

Scrivere, per esempio: «La notte è stellata, e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza.» 

Il vento della notte gira nel cielo e canta. 

Posso scrivere i versi più tristi stanotte. 
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava. 

In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia. 
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito. 

Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo. 
Come non amare i suoi grandi occhi fissi. 

Posso scrivere i versi più tristi stanotte. 




Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa. 

Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza lei. 
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato. 

Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla. 
La notte è stellata e lei non è con me. 

Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano. 
La mia anima non si rassegna d'averla persa. 

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca. 
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me. 

La stessa notte che sbianca gli stessi alberi. 
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi. 

Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata. 
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie. 

D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci. 
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti. 

Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora. 
È così breve l'amore e così lungo l'oblio. 

E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia, 
la mia anima non si rassegna d'averla persa. 
Benché questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa, 
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

martedì 3 maggio 2011

Cime Tempestose "Emily Bronte"

A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa?
I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. 
Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte. 
Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. 
Nelly: io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: non come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa, ma come il mio proprio essere. Così, non parlar più di separazione: ciò è impossibile e...



lunedì 2 maggio 2011

Mi sono innamorato di te "Luigi Tenco"

Mi sono innamorato di te
perché
non avevo niente da fare
il giorno
volevo qualcuno da incontrare
la notte
volevo qualcosa da sognare
Mi sono innamorato di te
perché
non potevo più stare solo
il giorno
volevo parlare dei miei sogni
la notte
parlare d'amore
Ed ora
che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire
ma non so più pensare
a nient'altro che a te
Mi sono innamorato
e adesso
non so neppur' io cosa fare
il giorno
mi pento d'averti incontrata
la notte
ti vengo a cercare.




Senza di te tornavo, come ebbro "Pier Paolo Pasolini"

Senza di te tornavo, come ebbro,
non più capace d'esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c'è solo l'ombra.
E mi sarai lontano mille volte, 
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest'angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.