venerdì 20 maggio 2011

Così parlò Zarathustra (Friedrich Nietzsche)

I DISCORSI DI ZARATHUSTRA

DELLE TRE METAMORFOSI

"Io vi annuncio tre metamorfosi dello spirito: come lo spirito diviene cammello, e da cammello leone, e da leone bambino.
Molte cose sono gravose per lo spirito; per lo spirito forte, paziente e rispettoso per natura: il suo vigore ha desiderio di difficoltà e di cose estremamente pesanti.
Che cosa è pesante? chiede lo spirito paziente, mentre si inginocchia al pari di un cammello e desidera essere ben caricato.
Qual è la cosa più pesante, o voi eroi? chiede lo spirito paziente; che io la prenda su di me rallegrandomi del mio vigore.
Non è forse ciò un umiliarsi per far male al proprio orgoglio? Lasciar risplendere la propria stoltezza, per beffarsi della propria sapienza?
O è questo: abbandonare la propria causa, quando questa sta per trionfare? Sugli alti monti salire, e tentare il tentatore?
O è questo: nutrirsi di ghiande e d'erba della scienza e per amore dl verità soffrire la fame dell’anima?
O è questo: essere annullati e mandare via i consolatori e stringere amicizia con i sordi, che giammai possono udire ciò che tu vuoi?
O è questo ancora: scendere nell'acqua putrida quando è l'acqua della verità, e non allontanare da sé né i freddi ranocchi ne i rospi impetuosi?
O è questo: amare coloro che ci disprezzano, e tendere la mano al fantasma, quando ci vuoi far paura?
Tutte queste cose pesanti lo spirito paziente vuol sopportare: poi come il cammello che carico va a passo veloce lungo il deserto, anche egli s’incamminana verso il suo deserto.
Ma nel deserto solitario avviene la seconda metamorfosi: lo spirito diviene leone, vuole catturare la propria libertà ed essere padrone del suo deserto.
Va così in cerca del suo ultimo signore: vuole divenirne il nemico come del suo ultimo dio, e ottenere vittoria lottando con il grande drago.
Che cosa è il grande drago, che lo spirito non vuoi più chiamare suo signore e Dio? 'Tu devi' si chiama fl drago. Ma lo spirito del leone dice: 'Io voglio'.
'Tu devi' gli sbarra la via; sfavillando d'oro l'animale coperto di scaglie cornee e su ognuna delle quail riluce in oro: 'Tu devi!'
Millenari valori splendono su quelle scaglie; e così parla il più possente del draghi: 'Ogni valore delle cose riluce sul mio corpo'.
'Ogni valore è già stato creato e ogni valore creato sono io stesso. In realtà, non deve più alcun io voglio esistere!' Così parla il drago.
Fratelli miei, perché c'è bisogno del leone in ispirito? Non è forse sufficiente il paziente animale che rinuncia ed obbedisce?
Crear nuovi valori, questo non lo può fare neanche il leone: ma conquistarsi la libertà per nuove opere, questo egli può fare.
Conquistarsi la libertà significa dire un sacro no di fronte all'obbligazione: ecco, miei fratelli, per che cosa necessario il leone.
La facoltà dl affermare valori nuovi: questo è ciò che appare un orribile sopruso agli spiriti pazienti e sottomessi. In realtà, sembra loro una rapina e azione da animale rapace.
Una volta egli amava il 'tu devi' come la più sacra delle cose: ora gli è necessarto trovare la follia e l'arbitrio anche nella cosa più sacra, onde sottrarsi al proprio amore e conquistare la sua libertà: il leone occorre per attuare questa rapina.
Ma ditemi, fratelli miei, che potrà dunque fare il fanciullo, che già il leone non fece? Perché dunque il leone predatore dovrà ancora ritornare fanciullo?
Il fanciullo è innocenza e dimenticanza, ritorno al principio, gioco, ruota che da sé gira, movimento iniziale, sacra affermazione.
Sì, per il gioco della creazione, o fratelli miei, un sacro dir di sì alle cose: ecco, lo spirito vuole la propria volontà, chi ha perduto l'universo vuole conquistare il suo universo.
Di tre metamorfosi dello spirito io v'ho parlato: come lo spirito divenne cammello, e il cammello si fece leone e il lèone, infine, fanciullo."
Così parlò Zarathustra. Allora egli viveva nella città che è chiamata: La vacca variopinta.



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