domenica 5 febbraio 2012

Shakespeare William - Romeo and Juliet (the balcony scene)


Giardino dei Capuleti, entra Romeo.
Romeo: Sol colui che non ha mai sofferta ferita alcuna si ride delle cicatrici.
Giulietta appare, in alto, ad una finestra.
Romeo: Ma zitto! qual luce rompe laggiù da quella finestra? Quello è l’oriente, e Giulietta è il sole!... Sorgi, bel sole, e uccidi l’invidiosa luna, che già inferma, e impallidisce di dolore, perché tu, che sei soltanto una sua ancella, sei tanto più bella di lei. Licènziati dal suo servizio, dal momento ch’ella t’invidia tanto: la sua livrea di vestale è d’un verde color malato, e non l’indossano più altro che i dissennati. Gettala via! È la mia signora. Oh, è il mio amore! Oh, s'ella potesse sapere d'essere l'amor mio! Ella parla, eppur non dice nulla. Come può accadere? Son gli occhi suoi, a parlare, ed è a me ch'ella risponderò. Ma io presumo troppo: non è a me ch'ella parla. Due fra le più belle stelle di tutto il cielo, avendo che fare altrove, supplicano gli occhi di lei di brillare nelle lor proprie sfere fino al loro ritorno. E se i suoi occhi fossero laggiù, e le stelle fossero sul viso di lei? Lo splendore delle sue gote svergognerebbe quelle stelle, al modo che la luce del giorno fa onta a quella d'una lampada. Gli occhi di lei in cielo lustrerebbero d'un tal splendore per le regioni dell'aria che gli uccelli si darebbero a cantare credendo che non fosse più notte... Ve', com'ella posa la sua gota sulla mano! Oh, s'io fossi un guanto su quella mano, così che mi fosse concesso di toccar quella gota!
Giulietta: O Romeo, Romeo! perché sei Romeo? Rinnega il padre tuo e rifiuta il tuo proprio nome. Ovvero, se proprio non vuoi, fa soltanto di legarmi a te con un giuramento d’amore, ed io non sarò più una Capuleti.
Romeo (sottovoce): Debbo continuare ad ascoltare, o debbo rispondere a quel che ha detto?
Giulietta: E’ soltanto il tuo nome ad essermi nemico: tu saresti sempre te stesso, anche se non fossi un Montecchi. Che può mai significar la parola “Montecchi”? non è una mano, non un piede, non un braccio, né un volto né alcuna altra parte che s’appartenga a un uomo. Oh, sii qualche altro nome! Che cosa c’è in un nome? quel che noi chiamiamo col nome di rosa, anche se lo chiamassimo d’un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. E così Romeo, pur se non fosse chiamato più Romeo, serberebbe pur sempre quella cara perfezione ch’egli possiede tuttavia senza quel nome. Rinunzia dunque al tuo nome, Romeo, e in cambio di quello, che pur non è alcuna parte di te, accogli tutta me stessa.
GiuliettaAhimé!
Romeo: Ella parla. Oh, parla ancora, angelo di luce! poiché tu, lassù sul mio capo, illumini questa notte d'un tale splendore quale potrebbe riversarlo un alato messaggero del cielo negli sguardi stupiti dei mortali che si rigettano all'indietro, mostrando il bianco degli occhi, per contemplarlo mentr'egli misura a gran passi le pigre nubi e veleggia sul seno dell'aria.

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